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Benedetto XVI

LE VISITE DA CARDINALE

Ratzinger visitò il Santuario di Loreto da cardinale sette volte. Il 28 maggio 1985 da pellegrino insieme al personale della Congregazione. Allora presiedette una Messa in Santa Casa e poi fece un’attenta visita al santuario, ammirandone la ricchezza devozionale, storica e artistica.

Vi tornò il 7 marzo 1988 in occasione di una “Tre Giorni Mariana” organizzata dall’episcopato marchigiano e anche allora celebrò in Santa Casa, rilasciando una significativa intervista allo storico loretano Adalberto Solari.

La sua terza visita avvenne in occasione della ratifica del gemellaggio tra i santuari di Loreto e di Altötting, avvenuta il 7-8 settembre 1991. Ratzinger partecipò a tutte le cerimonie e durante la concelebrazione dell’8 settembre tenne un’importante omelia sulla tradizione e sul significato spirituale della Santa Casa.

Una successiva visita a Loreto l’effettuò con il segretario personale Josef Clemens il 19 marzo 1994, per celebrare il proprio onomastico. Anche allora presiedette una Messa in Santa Casa.

Una sua ennesima visita avvenne appena un anno dopo, il 22 marzo 1995, per l’apertura di un Congresso Mariologico Internazionale, durante il quale pronunciò una storica prolusione sul tema «Maria nel mistero del Verbo Incarnato».

La sesta visita del cardinale Ratzinger risale al 29 maggio 1999, effettuata con il fratello sacerdote don Georg. Appena arrivato, egli accettò benevolmente di impartire la benedizione eucaristica ai malati dell’Unitalsi lombarda. Il giorno successivo celebrò col fratello in Santa Casa per essere poi accompagnato da un frate cappuccino nella visita alle meraviglie artistiche del santuario, in particolare del ciclo mariano della Cappella Tedesca.

L’ultima visita da cardinale, strettamente privata, è registrata il 16 novembre 2002, quando fu ospite dell’Arcivescovo Angelo Comastri, in occasione di un suo viaggio ad Ancona, dove, nell’Istituto Teologico Marchigiano tenne una relazione sul «Sacramento dell’ordine: ministri e comunione». 

Le visite da Cardinale

Foto Osservatore Romano, VaticanNews, Archivio Delegazione Pontificia, Longarini

 

LE VISITE DA PAPA

2 settembre 2007

Il Santo Padre si recò in visita pastorale a Loreto in occasione dell’Incontro nazionale dei giovani – Loreto 2007.”Il Santuario lauretano ci ricorda anche oggi che per accogliere pienamente la Parola della vita non basta conservare il dono ricevuto: occorre invece andare, con sollecitudine, per altre contrade ed in altre città, a comunicarlo con gioia e riconoscenza, come la giovane Maria di Nazareth. Cari giovani, conservate nel cuore la memoria di questo luogo e, come i settantadue discepoli designati dal Signore Gesù, andate con determinazione e libertà di spirito: comunicate la pace, sostenete chi è debole, preparate i cuori alla novità del Cristo. Annunciate che il Regno di Dio è vicino! “ Qui il discorso completo.(http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/homilies/2007/documents/hf_ben-xvi_hom_20070902_loreto.html )

La prima visita da Papa nel 2007

Foto Osservatore Romano, VaticanNews, Archivio Delegazione Pontificia, Longarini

 

4 ottobre 2012

In occasione del 50º anniversario della visita di Giovanni XXIII, Papa Benedetto XVI si recò a Loreto per celebrare la messa e visitare la Santa Casa per affidare alla Santa Vergine l’Anno della fede. “Qui a Loreto, troviamo una casa che ci fa rimanere, abitare, e che nello stesso tempo ci fa camminare, ci ricorda che siamo tutti pellegrini, che dobbiamo essere sempre in cammino verso un’altra abitazione, verso la casa definitiva, verso la Città eterna, la dimora di Dio con l’umanità redenta“Qui il suo discorso completo. (http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/homilies/2012/documents/hf_ben-xvi_hom_20121004_loreto.html )

 

La seconda visita da Papa nel 2012

Foto Osservatore Romano, VaticanNews, Archivio Delegazione Pontificia, Longarini

IL CUORE MARIANO DI BENEDETTO XVI

Joseph Ratzinger nacque a Marktl am Inn, in Baviera (Germania), il 16 aprile 1927. Ordinato sacerdote nel 1951, coltivò in grado eminente gli studi filosofici e teologici, di cui fu qualificato docente anche universitario, e partecipò, quale esperto, al Concilio Vaticano II.

Paolo VI il 25 marzo 1977 lo nominò arcivescovo di Monaco e Freising e il 27 giugno successivo lo elevò alla porpora cardinalizia. Il 25 novembre 1981 Giovanni Paolo II lo chiamò a Roma quale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e quale Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione Teologica Internazionale. Dal 30 novembre 2002 è stato decano del Collegio Cardinalizio e il 19 aprile 2005 è stato eletto sommo pontefice, assumendo il nome di Benedetto XVI. Rinunciò al pontificato nel 2013 ed è morto il 31 dicembre scorso.

A Loreto da Cardinale

Ratzinger visitò il Santuario di Loreto da cardinale sette volte. Il 28 maggio 1985 da pellegrino insieme al personale della Congregazione. Allora presiedette una Messa in Santa Casa e poi fece un’attenta visita al santuario, ammirandone la ricchezza devozionale, storica e artistica.

Vi tornò il 7 marzo 1988 in occasione di una “Tre Giorni Mariana” organizzata dall’episcopato marchigiano e anche allora celebrò in Santa Casa, rilasciando una significativa intervista allo storico loretano Adalberto Solari.

La sua terza visita avvenne in occasione della ratifica del gemellaggio tra i santuari di Loreto e di Altötting, avvenuta il 7-8 settembre 1991. Ratzinger partecipò a tutte le cerimonie e durante la concelebrazione dell’8 settembre tenne un’importante omelia sulla tradizione e sul significato spirituale della Santa Casa.

Una successiva visita a Loreto l’effettuò con il segretario personale Josef Clemens il 19 marzo 1994, per celebrare il proprio onomastico. Anche allora presiedette una Messa in Santa Casa.

Una sua ennesima visita avvenne appena un anno dopo, il 22 marzo 1995, per l’apertura di un Congresso Mariologico Internazionale, durante il quale pronunciò una storica prolusione sul tema «Maria nel mistero del Verbo Incarnato».

La sesta visita del cardinale Ratzinger risale al 29 maggio 1999, effettuata con il fratello sacerdote don Georg. Appena arrivato, egli accettò benevolmente di impartire la benedizione eucaristica ai malati dell’Unitalsi lombarda. Il giorno successivo celebrò col fratello in Santa Casa per essere poi accompagnato da un frate cappuccino nella visita alle meraviglie artistiche del santuario, in particolare del ciclo mariano della Cappella Tedesca.

L’ultima visita da cardinale, strettamente privata, è registrata il 16 novembre 2002, quando fu ospite dell’Arcivescovo Angelo Comastri, in occasione di un suo viaggio ad Ancona, dove, nell’Istituto Teologico Marchigiano tenne una relazione sul «Sacramento dell’ordine: ministri e comunione».

A Loreto da Papa nel 2007

L’1-2 settembre 2007 Ratzinger tornò da pontefice per presiedere la celebrazione dell’Agora dei Giovani Italiani nella piana di Montorso, presenti anche molti giovani provenienti dall’estero. Atterrato con l’elicottero a ridosso della stessa piana alle 17,15, venne accolto, tra gli altri, da Mons. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, da Mons. Gianni Danzi, Arcivescovo di Loreto e, in qualità di rappresentante dello Stato italiano, da Francesco Rutelli, vice Presidente del Consiglio dei Ministri.

Nel corso della veglia di preghiera iniziata alle 18 alcuni giovani offrirono la loro testimonianza e dialogarono con il Santo Padre, ponendogli domande. Al termine del confronto Benedetto XVI pronunciò il discorso ufficiale che inaugurava l’Agorà. Toccante allora fu l’intervento di p. Giancarlo Bossi, rapito nelle Filippine, e significativo il gesto di Mons. Musie Ghebreghiorghis, vescovo di Embdeber (Etiopia), cui venne donato un contributo dell’Agorà per la costruzione di una chiesa. Raggiunto il Palazzo Apostolico per la cena, alle 21,15, accompagnato da Bagnasco e Danzi, Benedetto si recò in Santa Casa, dove in diretta televisiva, dopo una prolungato raccoglimento recitò la Preghiera dell’Agorà, da lui stesso composta. Di seguito il programma notturno dell’evento propose uno spettacolo musicale avente come protagonisti celebri cantanti. Prima di uscire dalla Santa Casa, il Papa depose sull’altare una rosa d’oro, dono alla Vergine Lauretana. Recatosi infine presso la Cappella Tedesca, salutò e benedisse i cappuccini al servizio del Santuario e le monache carmelitane e passioniste di Loreto.

Il 2 settembre, alle ore 9,30, a Montorso, Benedetto XVI presiedette la solenne concelebrazione, presenti otto cardinali e centocinquanta vescovi, davanti a circa 300.000 giovani, pronunciando un’omelia di spessore. Il Santo Padre indicò allora quello della Santa Casa come il “santuario dell’umiltà. Al termine della Messa il Papa introdusse la preghiera dell’Angelus con un’ispirata riflessione sulla Santa Casa, da considerarsi come un vero gioiello nel contesto della letteratura pontificia lauretana.

Dopo aver attraversato a piedi tra colonne di folla un tratto della piana di Montorso, benedicendo e salutando, Benedetto XVI fece ritorno in papamobile al Palazzo Apostolico, dove, nella Sala del Tinello, pranzò insieme a cinquanta ospiti. Quindi, alle 17,00, scese in Piazza della Madonna portandosi sul sagrato della basilica, dove era stato predisposto un’ampia tensostruttura bianca e dove gli porsero il saluto l’Arcivescovo Danzi e il Sindaco di Loreto, Moreno Pieroni. Mons. Danzi offrì al Papa alcuni doni, tra cui un album di foto e testi dedicato all’Ultimo viaggio di Giovanni Paolo II, curato da sr. Myriam Castelli, e il volume dello scrivente, dedicato alle Origini del cristianesimo nelle Marche. Il Sindaco offrì al Papa un libro d’arte curato da Mariano Apa comprendente opere figurative, poetiche e saggistiche. In quell’occasione Benedetto XVI rivolse un caloroso saluto ai loretani che gremivano la Piazza, dicendoli fortunati per la presenza della Santa Casa. Al termine il Santo Padre ricevette l’omaggio di alcuni bambini, vincitori del concorso promosso dalla Delegazione Pontificia «Una Casa in mezzo al mare».

Tornato a Montorso, alle 17,45 Benedetto XVI salì sull’elicottero che lo riportò a Castel Gandolfo.

A Loreto nel 2012

Il 4 ottobre 2012, nella ricorrenza del 50° anniversario del pellegrinaggio al Santuario di Loreto di Giovanni XXIII, su invito dell’Arcivescovo Giovanni Tonucci, Benedetto XVI tornò a Loreto in un contesto molto riservato. Dopo una devota visita in Santa Casa, dove accese la lampada, il Papa celebrò la Messa sul sagrato della Basilica, presente la statua della Madonna, e pronunciò un’omelia ricca di riflessioni sui messaggi del Santuario dell’Incarnazione.

Fu quello l’ultimo viaggio apostolico di Benedetto XVI, perché nel 2013 rinunciò al pontificato. Qualcuno ha scritto in seguito che quel suo pellegrinaggio alla Santa Casa aveva, tra gli altri, anche lo scopo di chiedere la protezione della Beata Vergine in relazione alla sua storica decisione.

Il magistero lauretano

Il magistero lauretano di Benedetto XVI è particolarmente ricco. In un’omelia pronunciata nella Basilica della Santa Casa l’8 settembre 1991, in occasione del Gemellaggio dei santuari mariani di Loreto e di Altötting, accolse la proposta di un trasporto della Santa Casa per iniziativa umana. Tra l’altro disse: “Quando i crociati trasferirono le pietre della Casa nazaretana dalla Terra Santa qui nella terra italiana, hanno fissato il nuovo posto della Casa sacra su una strada.” Da questo dato egli traeva un messaggio: “Questa Casa non è una casa privata di una persona, di una famiglia, di una stirpe, ma sta sulla via di noi tutti: è una casa aperta di noi tutti. La stessa Casa ci fa abitare e ci fa camminare.”.

  Quell’intera omelia incentrata sulla Santa Casa era ricca si spunti simbolici, come lo fu del resto il suo discorso pronunciato a Montorso in occasione dell’Agorà dei Giovani Italiani. Dopo aver ricordato che i muri della Santa Casa, “secondo la tradizione, vengono da Nazaret, il luogo dove la Vergine disse a Dio e concepì nel proprio grembo il Verbo eterno incarnato”, tra l’altro aggiunse: “C’è un legame reciproco tra la piazza e la casa [...]. Per portare Dio nella piazza, bisogna averlo prima interiorizzato nella casa come Maria nell’Annunciazione. E viceversa, la casa è aperta sulla piazza: lo suggerisce anche il fatto che la Santa Casa di Loreto ha tre pareti, non quattro: aperta sul mondo, sulla vita, anche su questo Agorà dei giovani italiani.”

Un altro importante scritto di Benedetto XVI sulla Santa Casa è la preghiera da lui composta su invito di Mons. Danzi, nel dicembre 2005. Essa inizia con queste parole: “Santa Maria, Madre di Dio, ti salutiamo nella tua Casa. Qui l’arcangelo Gabriele ti ha annunciato che dovevi essere la madre del Redentore.” Il Santo Padre illustrava un aspetto nuovo, estraneo alla letteratura spirituale della Santa Casa: la preghiera e la lettura della Sacra Scrittura fatte da Gesù e Maria nella casa nazaretana venerata a Loreto: “Qui hai pregato con lui, con le antichissime preghiere d’Israele, che allora diventavano parole del Figlio rivolte al Padre [...] Qui avete letto insieme le Sacre scritture.”

Più ricca di contenuti rispetto agli suoi interventi lauretani è l’omelia pronunciata il 4 ottobre 2012, durante la solenne concelebrazione sul sagrato della Basilica, in occasione del suo pellegrinaggio alla Santa Casa nel 50° anniversario della storica visita di Giovanni XXIII. Il Papa mise in risalto il principale mistero compiutosi nella Casa di Nazaret, venerata a Loreto: l’Incarnazione del Figlio di Dio: “Proprio qui a Loreto abbiamo l’opportunità di metterci alla scuola di Maria, di lei che è stata proclamata ‘beata’ perché ‘ha creduto’ (Lc 1,45). Questo santuario, costruito attorno alla sua casa terrena, custodisce la memoria del momento in cui l’Angelo del Signore venne da Maria con il grande annuncio dell’Incarnazione, ed ella diede la sua risposta. Questa umile abitazione è una testimonianza concreta e tangibile dell’avvenimento più grande della nostra storia: l’Incarnazione; il Verbo si è fatto carne, e Maria, la serva del Signore, è il canale privilegiato attraverso il quale Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi (cfr. Gv 1,14).”

 Su questa stessa lunghezza d’onda, il Papa - che riecheggia pensieri di Giovanni Paolo II, soprattutto in merito alle mura della Casa, testimoni di quel supremo evento salvifico - svolse altre profonde riflessioni sull’Incarnazione.

Più avanti, Benedetto XVI, riprendendo un’idea espressa nell’omelia dell’8 settembre 1991, quand’era cardinale - senza più far cenno opportunamente, da Papa, ai “crociati” che “trasferirono le pietre della Casa nazaretana dalla Terra Santa qui nella terra italiana” - parlando della fede disse: “La fede ci fa abitare, dimorare, ma ci fa anche camminare nella via della vita. Anche a questo proposito la Santa Casa di Loreto conserva un insegnamento importante. Come sappiamo, essa fu collocata sopra una strada. La cosa potrebbe apparire piuttosto strana: dal nostro punto di vista, infatti, la casa e la strada sembrano escludersi. In realtà, proprio in questo particolare aspetto, è custodito un messaggio particolare di questa Casa. Essa non è una casa privata, non appartiene a una persona o a una famiglia, ma è un’abitazione aperta a tutti, che sta, per così dire, sulla strada di tutti noi. Allora, qui a Loreto, troviamo una casa che ci fa rimanere, abitare, e che nello stesso tempo ci fa camminare, ci ricorda che siamo tutti pellegrini, che dobbiamo essere sempre in cammino verso un’altra abitazione, verso la casa definitiva, verso la Città eterna. La dimora di Dio con l’umanità redenta ( cfr Ap 21,3).”

Parole, quelle, rivelatrici di due importanti aspetti. Esse confermarono anzitutto che il pontefice era a conoscenza delle ricerche archeologiche svoltesi in relazione alla Santa Casa. Nel discorso all’Angelus del 2 settembre 2007 a Montorso sottolineò che la Santa Casa ha solo tre pareti, perché  la quarta a Nazaret non esisteva, in quanto sostituita dalla bocca della grotta; nel 2012 mise in risalto invece la sua collocazione su una pubblica via. Dall’una e dall’altra situazione, verificate da indagini archeologiche, trasse poi spunto per riflessioni illuminanti. Inoltre, il raccordo tra questo passo e quello quasi identico dell’omelia del Card. Ratzinger dell’8 settembre 1991, fa intendere come l’omelia del 4 ottobre 2012 sia uscita direttamente dalla mente e dalla penna di Benedetto XVI e, quindi esprima il suo genuino pensiero sulla Santa Casa di Nazaret, venerata a Loreto.

di Fr. Giuseppe Santarelli

 

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