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La Santa Casa da Nazareth a Loreto

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E’ la Casa in muratura della Madonna, trasportata a Loreto da Nazaret, dove si trovava davanti alla Grotta, tuttora venerata nella basilica dell’Annunciazione.

Il grafico a lato illustra la coesistenza tra la Grotta e la Casa che qui è ritraslata idealmente a Nazaret.

 

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Secondo la tradizione, nel 1291. E’ stata portata in salvo quando i crociati furono costretti ad abbandonare definitivamente la Terra Santa dall’esercito dei mussulmani che devastavano i luoghi santi. Nel 1291 la Casa fu trasportata nell’antica Illiria in un luogo imprecisato. Il santuario mariano di Tersatto, presso Fiume (Croazia), fa memoria di quella sosta.

Nella notte tra il 9 e 10 dicembre 1294 la Casa è stata trasportata nell’antico territorio di Recanati, prima presso il suo Porto e poi sull’attuale colle di Loreto.

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Secondo l’antica e devota tradizione, sono stati gli angeli del cielo. Secondo un’ipotesi critico-storica, ampiamente accolta, sono stati i cristiani all’epoca delle crociate, con l’assistenza celeste, significata dagli angeli. Pio IX dice semplicemente che fu trasportata «per volere divino».

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Al tempo della traslazione della Casa, era papa Celestino V che, il 13 dicembre 1294, rinunciò al pontificato, senza mettere mai piede a Roma. Durante l’assenza dei papi da Roma, regolava  la concessione di indulgenze e la sistemazione di reliquie un «Vicario dell’Urbe», che dal 1291 al 1295 era Salvo, vescovo di Recanati. Viene da supporre che sia stato Salvo a far trasferire nella sua diocesi, a nome del papa, «le sante pietre» della Casa di Nazaret, provenienti dall’opposta sponda dell’Adriatico.

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Secondo gli scavi effettuati nel 1955-1960, qui la Casa fin dal secolo II-III fu protetta  da una chiesa sinagogale, poi nel secolo V da una basilica bizantina e, infine, nel secolo XII, da una maestosa basilica crociata. In tal modo la Casa, difesa dall’erosione degli agenti atmosferici, poté esistere fino al 1291.

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Gli scavi effettuati nel 1962-1965 hanno appurato  che la Casa non ha fondamenta proprie e poggia su una pubblica via; che subito è stata protetta con opere edilizie sofisticate e con un muro in mattoni all’intorno, detto dei recanatesi. Tutto ciò attesta una volontà esplicita di conservazione delle tre pareti originali. La parete dove sorge l’altare non esisteva a Nazaret, perché  lì la Casa dava sulla bocca della Grotta. A Loreto la Casa è stata sopraelevata e allungata con mattoni locali per renderla più adatta al culto.

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La sezione inferiore delle tre pareti originali è costituita da pietre, che esistono a Nazaret, ma non a Loreto. La sezione superiore è costituita da mattoni, che esistono a Loreto, ma non a Nazaret.

L’unica porta originaria della Casa a Loreto è posta a nord e l’unica finestra a ovest, contro ogni regola edilizia locale. Se la Casa viene idealmente ritraslata a Nazaret, porta e finestra si trovano nella loro giusta collocazione.

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Molte pietre, soprattutto quelle poste in alto, presentano una finitura esterna, anche a spina di pesce, caratteristica dello stile dei nabatei, riscontrabile anche in Palestina.

In circa 60 pietre sono stati individuati graffiti, con  scritte e segni  cristologici dei primi secoli, simili a quelli dei giudeo - cristiani che si trovano in Terra Santa, compresa Nazaret. I graffiti sono come il «marchio d’origine» delle pietre nazaretane della Santa Casa.

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E’ un cippo con mensa, conservato sotto  l’attuale altare  novecentesco e nascosto da una griglia metallica. Secondo la tradizione, è giunto a Loreto con le «sante pietre» della Santa  Casa. La lavorazione in stile nabateo della mensa lapidea e delle pietre del cippo conferma la sua origine palestinese. E’ detto degli apostoli perché, secondo una devota amplificazione, vi avrebbero celebrato gli apostoli quando esso era nella Casa di Maria a Nazaret.

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Secondo una diffusa versione, perché si attribuisce alla Madonna una frase della fanciulla ebraica del Cantico dei Cantici (1, 5-6) che dice: «Bruna sono, ma bella, figlie di Gerusalemme... mi ha  abbronzato il sole». Il sole viene assunto come simbolo di Dio  che con i raggi della sua grazia inonda Maria e la rende bruna. Il fumo poi, durante i secoli, ha intensificato il colore nero.

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Nel secolo XVI è stato costruito lo splendido Rivestimento  che, sostituendo il muro dei recanatesi, circonda la santa Casa come lo «scrigno che contiene la perla», per usare una felice espressione di santa Teresa di Lisieux.