La Santa Messa del primo giorno dell'anno è stata presieduta da SE Mons. Fabio Dal Cin, Arcivescovo e Delegato Pontificio di Loreto, che ha voluto nell'omelia ricordare due eventi significati del 2021: la proroga di dodici mesi del Giubileo Lauretano e l'anno indetto dal papa “Famiglia Amoris Laetitia”.
Di seguito l'integrale dell'Omelia e la celebrazione eucaristica.
Dio ci benedice con la luce del suo volto. Iniziamo il nuovo anno 2021 con la benedizione di Dio.
Gesù, il Figlio di Dio, nato a Betlemme, è lui la nostra benedizione e Maria ce lo presenta nel Vangelo come il grande dono indispensabile per tutti per ottenere la salvezza.
Il Signore non è un peso aggiunto al già duro peso della nostra esistenza; il Signore non la rende più faticosa, anzi è luce, è la forza che ci guida, ci aiuta a vivere con responsabilità, nella riconoscenza e nella fedeltà, tutto ciò che siamo chiamati ad affrontare anche in questo nuovo anno che viene. Perché con Cristo tutto ciò che ci accade, tutto concorre a crescere nel bene (cf Rm 8,28).
Possiamo dunque iniziare questo nuovo anno con speranza, e non semplicemente perché siamo ottimisti; l'ottimismo dipende dall'umore. Ma la speranza dipende da una persona, dipende da Cristo. Possiamo iniziare il nuovo anno con speranza perché Cristo è la nostra Speranza.
E iniziamo l'anno anche insieme con Maria, la Madre di Dio.
Il Vangelo ci dice che Maria «custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19). Le speranze, le preoccupazioni, la gratitudine, i problemi: tutto quello che accadeva nella sua vita, tutto diventava in Maria occasione di preghiera e di dialogo con Dio. E Maria fa così anche per noi: custodisce le gioie e scioglie i nodi della nostra vita, portandoli al Signore.
In questo Santuario, nella sua Santa Casa, noi avvertiamo in modo particolare la grazia della Maternità di Maria, perché Maria ci attende, ci accoglie, prevede e provvede a tutto ciò che può servire per il nostro vero bene.
Maria, da buona madre, ci suggerisce i sentimenti, le parole, i gesti autentici per prenderci cura anche noi gli uni degli altri. Lei lo fa con noi e noi siamo chiamati a farlo nei confronti degli altri. Cura che si traduce, per esempio, in ascolto o in silenzio, nel mettere in discussione le nostre idee. Cura vuol dire attribuire qualità al tempo che viviamo insieme con chi ci sta accanto. Cura vuol dire prendersi cura della propria vita interiore, della propria anima. Cura può voler dire impiegare il collirio della misericordia nello sguardo che rivolgiamo alle persone con benevolenza, con comprensione. Prendersi cura diventa, allora, un crescere insieme.
E il Covid-19 ci ha insegnato proprio l'importanza di prenderci cura gli uni degli altri e non solo. Prenderci cura anche del creato, per costruire una società fondata su rapporti di fratellanza. Papa Francesco, per l'odierna giornata mondiale della pace, ci dà un messaggio. Il tema scelto dal Papa è questo: la cultura della cura come percorso di pace. La cultura della cura, non solo l'aiutarsi, ma proprio il modo di pensare la vita, di gestire la vita, le relazioni, il modo di porci di fronte alla vita e agli altri con questa mentalità del farsi carico, per debellare la cultura dell'indifferenza, dice il Papa, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente. Di fronte a questi mali c'è una medicina: il prendersi cura.
Non c'è pace senza la cultura della cura.
Fratelli e sorelle, cari loretani, pellegrini, e quanti ci seguite anche da casa, mentre in questa liturgia vogliamo chiedere al Signore la luce, e la forza di tradurre in gesti concreti nella nostra vita, quanto ci suggerisce questa liturgia, e quanto ci suggerisce il messaggio di papa Francesco per questa giornata della pace, mi permetto di ricordare due importanti appuntamenti di questo anno 2021.
Il primo è l'Anno Santo Lauretano che ci accompagnerà nei prossimi dodici mesi. Auguriamoci di approfittare di questa grazia per crescere in santità di vita: una vita cristiana più convinta, più personale e più pubblica, più sociale.
Il secondo appuntamento è l'anno “Famiglia Amoris Laetitia” che papa Francesco inaugurerà per tutta la Chiesa il prossimo 19 marzo e che si concluderà il 26 giugno 2022 nel X incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà a Roma.
Anche in questo nostro Santuario della Santa Casa la famiglia sarà al centro dell'attenzione perché la Casa di Maria sia sempre più casa di ogni famiglia. Auguriamoci un buon cammino insieme alle famiglie che desiderano riscoprire la bellezza del sacramento del matrimonio, insieme alle famiglie nella nuova unione che intraprendono il percorso di discernimento e insieme anche alle famiglie ferite impegnate a ricostruire la loro vita di sposi. E sarà un cammino anche insieme ai giovani, per aiutarli ad affrontare le scelte giuste, della propria vita, conforme ai doni che ciascuno ha ricevuto da Dio.
Fratelli e sorelle,
oggi è la festa di Maria Madre di Dio, invochiamola con questo titolo: Maria Madre di Dio, prega per noi. E insieme invochiamola anche con il titolo di Madre della Speranza, proprio perché è Madre di Dio. Così ci insegna ad invocarla papa Francesco che ha voluto inserire questa nuova invocazione nelle litanie lauretane.
Ci aiuti Maria Madre della speranza, ad affrontare il nuovo anno con fiducia, con fiducia in Dio innanzitutto. e con responsabilità ciascuno secondo la propria parte.
Allora il 2021, nonostante le fatiche, la crisi, le sfide, le incognite, sarà per ciascuno che crede e per ogni persona di buona volontà, un anno del Signore, sarà un anno di Grazia.
Buon anno a tutti.